16/12/2017
Sono nata nel 1978 e il periodo subito seguente e in particolar modo negli anni 90 ho vissuto quella che viene definita era dell’alfabetizzazione informatica.
Windows per capirci è nato nel 1985.
A scuola introducevano i primi percorsi con al loro interno l’informatica. Nessuno immaginava il posto e l’importanza che il computer e poi internet avrebbe acquisito nella vita di ognuno di noi.
Ricordo che all’inizio, l’apprendimento era abbastanza difficoltoso. Era davvero una cosa nuova.
Quello che mi ha aiutato tanto nell’imparare era una semplice consapevolezza:
“il computer non sbaglia mai”.
Se la macchina non faceva ciò che io desideravo, non dovevo ricercare la colpa nel mal funzionamento della stessa, era assolutamente inutile inveire contro la tecnologia, lo schermo o la tastiera. Occorreva solo chiedersi, cos’ho bisogno di fare diversamente? Cosa non ho capito del funzionamento del computer?
Occorreva respirare, calmarsi e riprendere, osservare nuovamente la procedura dall’inizio. Molto probabilmente mi era sfuggito un passaggio. La soluzione era lì, solo io non l’avevo ancora vista.
Quell’atteggiamento mentale mi ha accompagnato anche al di fuori della scuola e soprattutto al di fuori del mondo informatico.
Come sarebbe se ogni volta che ci approcciamo ad un altro essere umano lo considerassimo come un computer?
Non nel senso di essere freddo e senza sentimenti, ma nel senso di “macchina intelligente” con una sua procedura di funzionamento, tutta da scoprire.
Se le cose non vanno come desideri, allenati a chiederti:
“cos’ho bisogno di fare diversamente? Cosa non ho ancora capito della persona che ho di fronte?”
Il sabato è dedicato ai piccoli gesti di amore per noi stessi #gustatilavita